środa, 7 października 2015

L'AGENZIA DI POLLENZO e il buono, pulito e giusto

Tra un colpo di tosse e l'altro (piacevoli souvenir lasciati

dall'influenza della scorsa settimana), rieccomi qui!

Questa sera vi voglio portare in un luogo magico, incantato. Fuori

dal tempo.

Se volete riassaporare le atmosfere del XIX secolo,

degustare un buon calice di vino, conoscere alcuni dei Presìdi Slow Food,

regalarvi coccole e benessere, seguitemi... a Pollenzo.

Nel 1835, per volere di Carlo Alberto, venne costruita sui

resti della cittadina romana di Pollentia, una tenuta reale di Casa Savoia, l'Agenzia di Pollenzo.

Fortunatamente, su iniziativa di Slow Food, l'Agenzia ha

potuto ritrovare tutto il suo splendore a partire dalla fine degli anni 90, per

arrivare al restauro definitivo nel 2004.

Ora qui potete trovare l'Università di Scienze Gastronomiche,

la Banca del Vino e un albergo a quattro stelle con annesso ristorante (l'altro

ristorante, Guido, si sta trasferendo nella tenuta di Fontanafredda a

Serralunga d'Alba).

Pochi giorni fa ho avuto il privilegio di soggiornare per

una notte tra queste antiche mura e, vi assicuro, ne sono rimasta letteralmente

rapita.

Il concetto petriniano del "buono, pulito e giusto" si

respira in ogni angolo, non appena si varca la porta principale.

Il mio budget era limitato, per cui non ho dormito nell'albergo

dell'Agenzia, ma nel vicino Albergo Corte Albertina, una sorta di "fratello

minore", che non ha nulla da invidiare al primogenito. 

Servizio più che

cortese, camere da letto con arredamenti d'epoca e volte con mattoncini a vista

(io le adoro!), colazione basata sui principi del km 0, dalla frutta fresca

alle torte appena sfornate e con un occhio di riguardo per le persone

intolleranti al glutine (…e una musica soffusa che ti fa iniziare la giornata

in assoluta serenità…).

Una capatina all'Albergo dell'Agenzia l'ho fatta, per cenare

nel suo ristorante. 

Stupore, immenso stupore.

Innanzitutto anche qui il personale è stato squisito. Dopo

avermi fatta accomodare al mio tavolo, mi hanno subito portato un cesto di

grissini che mi hanno ricordato quelli che sfornava il mio nonno panettiere (…effetto

madeleine di Proust…) e un piatto di benvenuto dello chef, questo qui…

Insalata russa, salsiccia di Bra e frittata di cipolle

Se volete immergervi totalmente nei sapori del vero Piemonte, vi

consiglio il menu degustazione. Altrimenti anche quello alla carta non vi

deluderà, con un'abbondanza di Presìdi Slow Food.

Tra gli antipasti non mancano mai la battuta di fassone al

coltello, il vitello tonnato e gli sformatini di verdure con fonduta, in base alla stagione. 

Battuta di Fassone al coltello con selezione di sale e pepe

Tra i primi piatti spiccano le paste fatte in casa, come i tajarin al ragù di

salsiccia di bra o i ravioli del plin al sugo d'arrosto. 

Tajarin al ragù di salsiccia di Bra

Potete poi passare a

un bel sottofiletto di vitella piemontese o a un saporito piatto di finanziera. 

E

per concludere in dolcezza, una panna cotta o un bonet.

Ma lo stupore non è stato tutto qui… 

Con un antipasto, un

primo piatto e due bicchieri di Dolcetto D'Alba sapete quanto ho speso? 25,00 euro!

Che ne dite, vale la pena venire a Pollenzo per mangiare "Buono,

pulito e giusto"?  

La Piccola Dea della Fertilità - Paul Mesa

Titolo: La piccola dea della fertilitàTitolo originale: Die kleine Gottin der FruchtbarkeiitAutore: Paul MesaTraduttore: V. Rancati - M. P. RomeroEditore: Sperling & KupferPagine: 243Data di pubblicazione: 12 Marzo 2013ISBN: 9788820053475Prezzo: 15.90 €Sinossi:Bianca ha ventisei anni, fa la cameriera in un albergo in Germania ed è

così piccolina - è alta solo un metro e quarantanove - che la madre l'ha

soprannominata Bica, che in portoghese vuol dire "caffè molto, molto

ristretto". Come quello che preparava la sua mamma, Maria: lei veniva

dal Portogallo e non solo custodiva la ricetta segreta della miscela più

buona del mondo, ma sapeva anche scavare nell'animo degli uomini

semplicemente osservando il modo in cui bevevano il loro caffè. Maria è

morta da tredici giorni, eppure a Bica sembra ancora di sentire la sua

voce. E in effetti lei, non esattamente entusiasta di essere defunta, è

proprio lì, seduta sul suo divano rosso, intenta come sempre a

dispensare alla sua bambina preziosi consigli sulla felicità. Bica ne ha

proprio bisogno, perché è alla ricerca del Grande Amore (anche se il

suo cuore continua imperterrito a battere solo per Galao, rozzo,

prepotente e sposatissimo), ma soprattutto vuole un figlio a ogni costo,

altrimenti la sua mamma non riuscirà ad andarsene. Così narra una

leggenda portoghese: se i tuoi genitori muoiono senza che tu abbia dato

loro un nipotino, non arriveranno mai in Paradiso. E per questo che

Bica, quando riordina le stanze, buca tutti i preservativi che trova nei

cassetti dei comodini: non si sa mai... Ma, pur contenta del

"misterioso" ritorno della mamma, Bica è anche preoccupata: c'è infatti

un segreto che Maria non deve scoprire, un segreto legato proprio alla

sua morte...

Non so se lo sapete (nel qual caso lo scoprirete adesso) che, quasi ogni venerdì, la casa editrice Sperling & Kupfer organizza sulla sua pagina facebook un contest fotografico il cui premio sono i suoi libri. E' un'idea carina e simpatica e, oltre alla possibilità di vincere dei libri, offre anche l'opportunità di conoscere qualche sua pubblicazione.

Senza quel contest credo non sarei venuta a conoscenza dell'esistenza di questo romanzo e forse sarebbe stato decisamente meglio.

Comunque mi ispirava e non averlo vinto mi aveva intristita un po', così il sabato mentre passeggiavamo per Verona, abbiamo visto una Feltrinelli, siamo entrati, mio marito l'ha scorto su uno scaffale e me lo ha regalato.

A parte la copertina che non mi piace e il titolo originale che, non conoscendo il tedesco, non posso contestare, questo libro mi ispirava perché parla di caffè, bevanda che io adoro alla follia, al punto da esserne quasi drogata.

La protagonista, Bianca, è conosciuta da tutti come Bica che è il nome con cui a Lisbona indicano un caffè che è simile all'espresso ma ha un gusto più morbido rispetto ad esso per via della tostatura.

Noi la incontriamo che lavora come cameriera in un albergo tedesco, circa due settimane dopo la morte di sua mamma Maria, innamoratissima di uomo che lei chiama Galao (altro tipo di caffè portoghese) con cui ha avuto un'avventura durata il tempo di un amplesso e che è sposato con una donna che, qualche giorno dopo, si presenta in albergo accusando la proprietaria di gestire un bordello nel quale si aggirano, tra l'altro, dei pedofili.

Mentre rassetta le camere, Bianca cerca nei cassetti e tra le cose dei temporanei inquilini i loro preservativi e li buca con l'ausilio di una piccolissima siringa. Perché? Semplice: lei sperava a tutti i costi di rimanere incinta dopo l'avventura con Galao così che sua madre potesse riposare in pace ma, non essendoci riuscita, pensa di poter dare il riposo eterno alla genitrice improvvisandosi dea della fertilità e facendo in modo che altre donne diventino madre.

Lo stesso giorno del j'accuse, Bica torna in camera e trova il fantasma di Maria che si aggira per la camera senza ricordarsi di essere morta e si convince ancora di più che la colpa sia sua e del fatto che, essendo così piccola (è alta appena 1.49 cm), non possa portare in grambo un figlio.

Da qui parte tutta una storia insensata che vede Bica spiare Galao, la moglie di lui lanciare dal nulla accuse all'albergo (almeno così pare a noi lettori che ci troviamo quattro frasi buttate lì in mezzo al resto, senza spiegazione né approfondimento), Maria che non capisce come mai la figlia la tenga chiusa in camera. Insomma, un'accozzaglia di informazioni prese e buttate in un pentolone, girate alla veloce con un cucchiaio di legno e per nulla insaporite e legate tra loro da spiegazioni chiarificatrici e fili logici concatenati.

Se non si fosse ancora capito questo libro non mi è piaciuto assolutamente perché la storia è completamente insignificante e banale e non posso nemmeno dire che a non avermi convinta sia lo stile dell'autore e che la storia in se avrebbe del potenziale, perché non è così.

Non c'è senso in quello che viene raccontato, non c'è empatia con i protagonisti e coinvolgimento emotivo circa i fatti narrati, ci si ritrova spesso a chiedersi "ma questo cosa c'entra?", "e questo da dove salta fuori?", "questo cosa come va a finire?", "ma perché?!".

Insomma, libro e autore bocciati su tutta la linea.

LA VALLE DEL RODANO

Buon inizio di settimana amici!

Oggi voglio raccontarvi di un viaggio che ho iniziato pochi

giorni fa e che durerà per un paio di mesi.

Purtroppo per il momento è solo "virtuale" (anche se alcuni

elementi "reali" non mancano), ma già dalla prima tappa mi sono resa conto che

potrà darmi grandi soddisfazioni.

E spero di poterle trasmettere anche a voi.

Sono partita alla scoperta dei vini francesi, un vero e

proprio tour a 360 gradi, guidata dall'enologo Luigi Bertini.

Ogni giovedì sera, per otto settimane, esploreremo un'area specifica e, ça

va sans dire, ne assaporeremo i preziosi nettari.

Giovedì scorso, la prima lezione: LA VALLE DEL RODANO.

Estesissima regione che, partendo da Lione, segue tutto il

fiume sino alla sua foce. Il territorio è più che mai eterogeneo: collinare e a

tratti impervio al nord, per lo più pianeggiante al sud. I terreni granitici e

sassosi a nord diventano argillosi e sabbiosi a sud.

Di conseguenza anche la composizione dei vini e le tecniche

di vinificazione cambiano radicalmente: una sola varietà di uva o al massimo

pochi tipi di uvaggio al nord, diverse varietà al centro-sud.

Al nord i rossi sono potenti e strutturati e a farla da

padrone è il vitigno Syrah, mentre per i bianchi il protagonista è il Viognier,

che dà origine a vini fini, longevi e strutturati.

Scendendo verso sud, il Syrah cede il passo ad altri due

vitigni, il Grenache e il Mourverdre, che insieme ad altri (in alcuni casi

addirittura sedici!) danno vita anche allo storico Chateauneuf-du-Pape.

E ora iniziamo le nostre degustazioni accompagnati dal vento

di Mistral, scendendo da Vienne verso il mare…

1) Côte Rôtie AOC: uno dei vigneti più antichi di Francia, un

prodotto di nicchia consumato quasi esclusivamente in loco. Rapidissimi

terrazzamenti di granito "arrostiti" dal sole danno vita a un vino da coup de

foudre. Il vitigno utilizzato almeno per l'80% è lo Syrah. Io l'ho degustato in

purezza, anno 2007, due anni in barriques di secondo e terzo passaggio. Tannino

perfetto, con note speziate non troppo intense, addolcite da sentori di

vaniglia e cardamomo. Il mio preferito, sans doute.

2) Condrieu AOC: scendiamo un pochino più a sud e scopriamo

l'unico bianco degustato durante la serata. Un'autentica rivelazione. 100%

Viognier con passaggio in legno. Aromi di frutta esotica, fiori e frutta

matura. Il suolo granitico gli conferisce straordinarie acidità e sapidità. Un vino

aromatico che vi stupirà, anche per la sua durata nel tempo.

3) Crozes-Hermitage AOC: ci spostiamo leggermente a sud-est.

Sempre Syrah in purezza, che in questo caso lascia più spazio alle spezie. Fatelo

riposare per alcuni minuti nel vostro bicchiere, ne varrà la pena. Il caffè e

il cacao vi rapiranno.

4) Côtes-du-Rhône AOC: i vini che presentano questa

denominazione coprono il 75% della produzione vinicola di tutta la Valle del

Rodano. Composti da un minimo di due vitigni sino ad arrivare anche a cinque o sei,

possono mostrarsi in svariate vesti… Io ne ho degustati due; il primo composto

da quattro varietà in percentuali non dichiarate (Syrah, Grenache, Mourvedre e Cinsault),

senza alcun passaggio in legno, era di un bel rosso rubino, con un intenso

profumo di fiori primaverili. Il secondo, 60% Syrah e 40% Grenache con un breve

affinamento in legno, molto meno ruffiano del precedente, ma più soddisfacente

al palato e nella persistenza.

5) Chateauneuf-du-Pape AOC: siamo ormai alle porte di

Avignone e incontriamo uno dei vini più celebri di questa valle. I vigneti

crescono su un deposito alluvionale, dove non vedrete prati ma solo sassi su

cui spiccano i tralci di vite. Sotto questa denominazione troverete svariate

tipologie; pensate che per regolamento si possono assemblare sino a quattordici

vitigni! Ogni bottiglia, una nuova sorpresa…

À bientôt!

La Storia Della Storia

In principio era la Storia.

Alcuni dicono il Verbo. Ma costoro si riferiscono al grande potere

creativo che porta cambiamento in tutto ciò che tocca. Seppure Verbo

sia un buon nome, altri lo hanno chiamato, in egual verità, Musica,

Canzone, o Danza. Pertanto Storia, che racchiude in sè tutti i

precedenti, sembra essere la scelta migliore.

E la Storia realizzò che aveva

bisogno di un posto dove potersi diffondere. Così, in uno scoppio di

energia, iniziò a creare particelle, stelle, galassie. E poi andò

avanti creando pianeti, mondi ricchi di montagne, fiumi, mari,

nuvole.

Ora la Storia aveva

un'ambientazione, aveva bisogno di personaggi. Così iniziò a creare

esseri viventi, alcuni veloci come l'efemera, altri lenti come la

tartaruga, altri ancora enormi come la balena o minuscoli, come i

licheni. Risvegliò gli spiriti di ciò che aveva creato in

precedenza, rocce, fiumi, venti e persino gli stessi pianeti e le

stelle. E non fu solo sulla Terra che creò i suoi personaggi. Nè

questi esistevano solo nel mondo fisico. Draghi, vampiri, elfi,

folletti, mollicci, e persino i marziani e gli hobbits si ritrovarono

ad essere parte integrante della Storia. E tutti questi esseri

cominciarono a svolgere il proprio ruolo nell'insieme delle cose.

Alcuni di loro — tra cui gli umani — cominciarono a percepire

parti della Storia e a farne racconti. Altri iniziarono persino a

comprendere che le loro stesse vite erano parte di una storia. Pochi

fortunati si accorsero dell'esistenza della Storia stessa, e capirono

di essere partecipi in prima persona al dipanarsi della grande trama.

In tutti i mondi le storie

venivano raccontate e vissute. Una singola storia poteva essere

raccontata e vissuta molte volte e in molti modi — raccontata in

una maniera talmente diversa, da risultare quasi irriconoscibile; e

tuttavia erano tutte forme di quella singola storia, che faceva parte

a sua volta, dell'unica grande Storia.

- The Labyrinth of the Heart by Daniel Cohen

La pienezza del Vuoto interiore. LA TECNICA.

Sperimentare l'esistenza del Creatore di tutte le cose è una delle

esperienze più belle che possiamo fare su questa navicella spaziale che è il

pianeta Terra.

Quante volte la nostra vita brucia di fuoco senza calore e gli

arcobaleni diventano acromatici ai nostri occhi.

Oppure, quante volte la nostra mente ingurgita tanta di quella

spazzatura che finisce per vomitare pensieri di morte.

Ci abbuffiamo di cose inutili e senza senso. Ci illudiamo di conoscere e

pensiamo di essere maturi e forti, ci affibbiamo titoli di insegnanti e

giudici, ci facciamo Dei di noi stessi, proponiamo sempre di risolvere i

problemi  degli altri mente falliamo

miseramente i nostri.

Spesso viviamo una vita che non ci appartiene.

Ognuno di noi può sbizzarrirsi nel fare le affermazioni più svariate, ma

descriviamo una tecnica semplice per fare un po' di pulizia interiore.

Quando lo vogliamo e quando lo sentiamo veramente accostiamoci alla

meditazione.

La tecnica passo dopo passo:

1) intestino pulito, meglio se veniamo da un giorno di digiuno da cibi

solidi

2) scegliamo un luogo possibilmente all'aperto, isolato dai rumori della

città

3) vestiamoci in modo comodo che bene regoli la temperatura corporea

4) possiamo scegliere di fare questa esperienza da soli o in gruppo

5) assumiamo una posizione a noi comoda seduta o supina

6) seguiamo una delle tecniche di rilassamento descritte nel mio blog

7) azzeriamo tutti i rumori presenti nel nostro corpo e nella nostra

mente unendoli in un silenzio spirituale

8) pensiamo fortemente al nostro corpo come un involucro vuoto pronto a

riempirlo dell'essenza del Creatore

9) pensiamo fortemente che un flusso di energia  proveniente dal centro della Terra e un

secondo flusso di energia proveniente dal Cielo si uniscano nel centro del

nostro Plesso Solare

10) pensiamo fortemente che questo vortice energetico in un continuo

divenire riempia tutto il nostro vuoto interiore

11) adesso viviamo questa pienezza 

e assaporiamo questo soffio di Divino che invade tutto il nostro spirito

12) sperimentiamo la vera essenza del nostro Creatore.

Alberto.

La tua fantasia in copertina: concorso grafico di Francesco D. Bianco

Cari amici del blog,

oggi non vi presento il solito libro scritto da qualche mio collega scrittore. No! Ma un concorso grafico dove, se siete appassionati di grafica e/o fotomanipolazioni, potete davvero sbizzarrirvi con la fantasia. Ma vediamo in dettaglio di cosa si tratta.

Lo scrittore Francesco D. Bianco è soprattutto uno scrittore di fantascienza, quindi nella copertina del suo futuro nuovo libro dovrebbero appunto apparire astronavi, alieni, universi.

Per il resto vi rimando alle regole del concorso in dettaglio:

TARGET: Concorso rivolto a tutti gli artistiMATERIALE: I disegni possono essere realizzati con qualsiasi tecnica comprese le tecniche e le rielaborazioni digitali e fotograficheOBBIETTIVO: elaborare un disegno per la copertina di un libro a tema fantascientifico (Astronavi, alieni, universi, etc...)TEMPI: 2 mesi, dal 01 Aprile al 31 Maggio 2014.Data ultima per le iscrizioni 08 Aprile (Il concorso sarà valido con l'iscrizione di un minimo di 10 persone). Data ultima di consegna il 31 Maggio.MODALITA': inviare al seguente indirizzò mail (francesco.bi@me.com) la scansione o la digitalizzazione del disegno entro la data prevista, e non oltre; la miglior copertina verrà esclusivamente decretata dall'autore. L'artista avrà diritto a una copia omaggio e alla comparsa del nome e del disegno sul romanzo. Il libro sarà pubblicato successivamente in tutte le librerie e nei principali distributori e-reader.Al secondo e terzo classificato verranno riservati due sconti rispettivamente del 20 e del 10% sull'acquisto del romanzo. Si potrà partecipare al concorso previa iscrizione mandando una mail all'autore il quale risponderà inviando il titolo, il prologo e alcuni spezzoni del romanzo per facilitare e stimolare la fantasia nella creazione dell'opera. Inoltre l'autore attraverso lo stesso indirizzò mail si renderà disponibile per qualsiasi chiarimento.Buon lavoro!!!(Nota: è vietato l'uso di immagini coperte da copyright e di proprietà altrui).Per ulteriori informazioni scrivere sulla pagina facebook "Emmanuel-il romanzo dai riflessi dorati" o direttamente al contatto personale "Francesco Bianco".

Beh... che dire? Cimentatevi, provateci... potrebbe essere una buona occasione o per iniziare ad apparire nelle copertine dei libri degli scrittori oppure per poter "vestire" (perché io considero la copertina di un libro come un abito) il prossimo nuovo libro dello scrittore di fantascienza Francesco Bianco. Alla prossima!!!

La tradizione rivisitata

 Zuppa del duca o tiramisù? 

Che cosa è: E' un dolce tipico italiano ed è uno dei più diffusi al mondo. E' un dessert al cucchiaio a base di savoiardi inzuppati nel caffè, mascarpone e uova.

Storia: La ricetta del tiramisù non è presente nei libri di cucina precedenti agli anni sessanta, si presuppone quindi che sia un dolce di recente invenzione. 

Tra i dolci della tradizione pasticcera italiana il tiramisù non ha evidenti corrispondenti salvo che con la bavarese con la quale presenta somiglianza per la preparazione e per la presenza di ingredienti come i savoiardi ed i tuorli d'uovo. Nella bavarese vengono anche utilizzati il burro ed il rosolio ma non il mascarpone ed il caffè. 

Giuseppe Maffioli esperto enogastronomo storicizza la creazione del dolce verso la fine degli anni '60 localizzandolo presso il ristorante "Alle Beccherie" di Treviso gestito da una famiglia ad opera di un cuoco pasticcere che aveva lavorato in Germania. Il nome del dolce in veneto "tiramesù" poi italianizzato in "tiramisù", sarebbe stato adottato per le sue capacità nutrizionali e ristoratrici anche se altri affermano maliziosamente che il nome sia dovuto a presunti effetti afrodisiaci. 

Miti: Una delle leggende della sua nascita pone la sua origine a Siena, come dolce preparato in occasione della visita del Granduca Cosimo III e denominato zuppa del duca. Se questa versione è teoricamente compatibile con l'introduzione in Italia di uno degli ingredienti principali del tiramisù, il caffè, non lo è altrettanto per l'utilizzo del mascarpone, formaggio tipico lombardo, e per i savoiardi originari della Savoia entrambi poco verosimilmente usati nella pasticceria senese a cavallo del 1600-1700. Caratteristiche: Lo caratterizzano il gusto intenso e delicato e per prepararlo secondo la ricetta originale servono: savoiardi, tuorli d'uovo, zucchero, mascarpone, caffè e cacao in polvere.Nella ricetta originale non è previsto nessun liquore e la forma è tonda. Le variazioni del tiramisù possono essere svariate, tra queste troviamo il tiramisù al cioccolato, allo yogurt, al cocco, alle fragole, ai lamponi, agli amaretti, ai frutti di bosco, alle banane e all'ananas.

LA PASTA CHE FA DA REGINA AI PRIMI...

Buongiorno a tutti...oggi vi voglio parlare del Pastificio Granoro...un marchio una Garanzia...del quale sono consumatrice da anni e sono ben lieta di farlo!Un'azienda di pasta pugliese fondata nel 1967 dal Sig. Attilio Mastromauro.Che produce  ben 150 diversi tipi di pasta di  grano duro,di grano arso,pasta all'uovo,pasta fresca,pasta cuore mio, prodotta miscelando semola di grano duro e  farina di orzo ad alto contenuto di Betaglucano che aiuta a mantenere normali i livelli di colesterolo nel sangue...oltre alla pasta possiamo trovare,riso,legumi,condimenti,salse,olio evo,tutti di ottima qualita'.

Vi consiglio di passare a dare uno sguardo al suo sito.. e di provare la qualita'dei loro prodotti.

Io l'ho fatto e continuero'per provare le loro altre specialita'!!!

Intanto vi propongo con questa pasta una mia ricetta:

INGREDIENTI:

Pennine rigate Granoro

Cipolla ramata di Montoro Agricola Gaia

Carote

Carne magra di manzo

Olio evo Villa D'Orri

Sale grosso Gemma di Mare

Pepe nero Tecal

Vino bianco Sartori 

PROCEDIMENTO:

Pulire affettare le cipolle e metterle a bagno in acqua per c.ca un'ora,scolarle dall'acqua e passarle sul fuoco in acqua bollente per pochi minuti(in modo diventi piu'leggera la cipolla)scolarle e metterle in una casseruola (io tegame Bio Natural ) con olio,carote a tocchetti,carne a pezzi grandi,sale,pepe e vino.Coprite e lasciate cuocere a fiamma media il tempo necessario.(se occorre agginugete un bicchiere d'acqua) prima di spegnere,scoprite e lasciate asciugare il sugo se occorre.Cuocete la pasta al dente condite con questo buonissimo sugo e formaggio pecorino Il Grotta Enzo Spadi mantecate e servite coprendo con altro sugo.

                         Da bere su questo piatto un Lambrusco di Sorbara D.O.C. AziendA Bonezzi